- Johnny Zotti
- 27/02/2024
- 17:00
La battaglia tra i gestori patrimoniali e la Securities and Exchange Commission su Bitcoin non si è esaurita con l’approvazione degli ETF spot dell’11 gennaio scorso. Ben 12 asset manager, tra cui Grayscale, ProShares, VanEck, Invesco, Fidelity e Ark Investments sono scesi nuovamente nell’arena con la presentazione della domanda per altri 25 ETF sulle criptovalute ancora più complessi rispetto a quelli in circolazione. Alcuni si basano sulle opzioni, altri sono a leva inversa ovvero puntano sui ribassi di Bitcoin, altri ancora si riferiscono alla seconda valuta digitale più capitalizzata, Ether.
La SEC ha venduto cara la pelle prima di arrendersi l’11 gennaio, dopo oltre 10 anni di respingimenti delle iniziative delle grandi società di investimento per far debuttare il primo prodotto crittografico che riproducesse il prezzo spot di una criptovaluta. L’autorità di regolamentazione USA alla fine ha alzato bandiera bianca ma non per sua reale volontà, quanto piuttosto perché messa alle corde da un Tribunale americano che lo scorso agosto ha dato ragione a Grayscale Investments in una causa condotta proprio contro la SEC. Il Tribunale ha decretato che il regolatore non avesse spiegato i motivi della sua opposizione ai fondi su Bitcoin spot e la SEC ha dovuto accettare suo malgrado di fare un passo indietro.
Tuttavia, in buona sostanza il suo giudizio sulle criptovalute non è cambiato. L’istituto guidato da Gary Gensler le considerava altamente rischiose per frodi e manipolazioni prima dell’11 gennaio e ha continuato a farlo dopo. Del resto lo ha detto a chiare lettere nella comunicazione con la quale ha dato il via libera agli ETF spot.
Criptovalute: tutti i dubbi della SEC sui nuovi ETF
Il persistente disagio della SEC nei confronti delle criptovalute rende poco scontato qualsiasi esito sulle richieste di nuove approvazioni. “Non sembra che ci sia una corsa ad approvare una seconda serie di prodotti. La SEC dovrebbe fare i conti con la quantità di rischio che può sopportare” ha affermato Yesha Yadav, professore presso la Vanderbilt University, esperto in regolamentazione crittografica. Secondo James Angel, professore associato di finanza presso la Georgetown University, invece, la SEC farà di tutto per ritardare l’approvazione, stando molto attenta a evitare una nuova sfida legale con il rifiuto immediato delle domande.
Ma perché la SEC vorrebbe allungare il processo di approvazione? La ragione più probabile è voler osservare più nel dettaglio i potenziali rischi dei nuovi prodotti. Solitamente l’authority si esprime in pochi giorni sulle richieste per ETF su opzioni, ma in questo caso vuole vederci chiaro e verificare quanto effettivamente gli investitori rischierebbero potenzialmente di essere danneggiati. A maggior ragione, i prodotti con leva inversa saranno vivisezionati con attenzione vista l’estrema volatilità delle criptovalute. Finora il regolatore finanziario ha approvato molti ETF inversi a leva. Dal 2020 però ha stretto la cinghia, limitando il leverage al 200% per questi fondi, mentre da quest’anno dovrebbe rivedere le regole.
Molto calda è anche la situazione per quanto riguarda le domande su ETF Ether spot presentate da 8 gestori. Qui ci alcune differenze rispetto a Bitcoin che potrebbero pesare sul giudizio finale della SEC, la quale ha affermato che Bitcoin è una commodity, ma su Ether si è riservata di esprimere un parere. Il presidente Gensler si chiede se la configurazione di “proof-of-stake” di Ether – che consente agli utenti di ottenere un rendimento in cambio del blocco del token per un certo periodo di tempo – rispetti alcuni canoni di sicurezza. Il primo verdetto sugli ETF è atteso per il 23 maggio in merito al deposito di VanEck, mentre sulla richiesta di Grayscale l’appuntamento è per il 18 giugno. L’attesa si fa rovente.
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AUTORE
Laureato in economia, con specializzazione in finanza. Appassionato di mercati finanziari, svolge la professione di trader dal 2009 investendo su tutti gli strumenti finanziari. Scrive quotidianamente articoli di economia, politica e finanza.
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